La poesia della settimana è dedicata ancora a Jack Hirschman concludendo così il tour italiano che abbiamo organizzato per il grande poeta statunitense in occasione della pubblicazione del suo straordinario “L’Arcano del Vietnam”. La poesia scelta “Il 35° anno / The 35th Year” è stata scritta poche settimane fa in occasione di una ricorrenza terribile per l’autore (la morte del figlio David per una leucemia) e la proponiamo nella traduzione di Raffaella Marzano (sua traduttrice da sempre), nella versione originale e nella lettura dell’autore. Le foto nella pagina sono di Christopher Michel. Continua l’impegno di Casa della poesia e di Potlatch per una cultura libera e condivisa.
Jack Hirschman
IL 35° ANNO
Oggi sono 35 anni che ripenso
al giorno in cui sei morto a 25 anni
ed è come se ti avessi appena detto ciao
al telefono o
in un bar dove tu eri appena
tornato da un viaggio
in 11 paesi con poco più di
uno zaino e un’avida
curiosità per un’avventura di
qualsiasi tipo, e
ci abbracciavamo e io ti auguravo
ogni bene e tu facevi lo stesso.
Sembra che siamo stati sempre
a dirci arrivederci,
e poi sei morto e sei
entrato dentro me e, da quel giorno
35 anni fa, non c’è mai stata
– dalla tua commemorazione
cinque giorni dopo, alle
strade dei senzatetto, alle proteste
contro ogni tipo di tirannia,
gli alti e i bassi, le risate
a squarciagola e le orribili grida
– una poesia che abbia scritto, una canzone
che abbia cantato, una lotta rivoluzionaria
intrapresa, una donna amata, un bambino
che io abbia sbaciucchiato al bar dicendogli ciaao !
che non fossi tu, David.
Traduzione di Raffaella Marzano
Jack Hirschman
THE 35th YEAR
Today is 35 years I look back
to the day you died at 25
and it’s as if I just said goodbye
to you on the telephone or
in a cafe where you’d just
come back from a trip to
11 countries with little more
than a backpack and an avid
curiosity for an adventure of
one sort or another, and
we embraced and I wished you
well and you did likewise.
Seems we were always saying
goodbye to one another,
and then you died and went
into me and, since that day
35 years ago, there’s never
been, –from the memorial
for you five days later, to the
homeless streets, the protests
against tyrannies of all kinds,
the highs and lows, screaming
laughters and horrendous screams
–a poem I’ve written, a song
I’ve sung, a revolutionary battle
engaged, a woman loved, a child
I’ve kanoogled in the cafe of «Hi!
that hasn’t, David, been you.
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