Il nuovo appuntamento con la poesia della settimana è dedicato ad un grande poeta sloveno, Kajetan Kovič che, dopo una lunga malattia, ci ha lasciato qualche anno fa. Lo ricordiamo con affetto e gratitudine con la poesia “Mon père“, tradotta dalla cara Jolka Milič. Bella e commovente la lettura del poeta che vi consigliamo di ascoltare. La registrazione è stata realizzata nel corso de “Il cammino delle comete” a Pistoia nel 2004. La foto di copertina è di Voranc Vogel/Delo. Prosegue l’impegno di Casa della poesia e di Potlatch per una cultura libera e condivisa.
Kajetan Kovič
Mon père
Mon père,
non so perché ti chiamo così,
non parlavi francese,
ma questo probabilmente l’avresti capito,
forse mi esprimo in lingua straniera
per ritegno,
riuscivamo ad amarci
soltanto così:
non troppo da vicino.
Sedevamo
in vecchie osterie
a bere il riesling
o lo šipon
o più spesso
qualche vinello acre,
parlavamo
del più e del meno
e la vita se ne stava
dietro la porta,
a debita distanza.
Ci pareva
troppo impetuosa
per darle
un nome.
Le parole troppo grandi,
mon père,
ci facevano paura.
Adesso sei solamente
una foto alla parete
e una tomba
in un bel cimitero.
Ti accendo un lumicino,
ti porto fiori.
Non a te,
alle tue ossa.
Ti racconto tante cose.
Ma tu taci.
C’è solo la tua lapide.
Con le date.
Dal – al
Dio mio,
cosa non dicono i figli
oggigiorno ai padri.
A quelli vivi e ai morti.
Mon père,
nessuno era stato
come te.
Così solo,
così mio,
così padre,
sperduto in questo mondo
come me.
Traduzione: Jolka Milič
Kajetan Kovič
Mon père
Mon père,
ne vem, zakaj te tako nagovarjam,
nisi govoril francosko,
a to bi najbrž razumel,
mogoče ti rečem po tuje
zaradi distance,
ljubila sva se lahko
edino tako:
ne preblizu.
Sedela sva
v starih gostilnah,
pila sva rizling
ali šipon
ali sploh
kakšno kislo vino
in govorila
zelo vsakdanje stvari.
Življenje je stalo
za vrati,
v varni razdalji.
Zdelo se je
presilno, da bi mu dala
ime.
Bala sva se,
mon père,
prevelikih besed.
Zdaj si samo še
slika na steni
in grob
na lepem pokopališču.
Prižgem ti luč,
prinesem ti rože.
Ne tebi,
tvojim kostem.
Toliko stvari
ti rečem.
A molčiš.
Samo tvoja plošča je.
Z datumi.
Od – do.
Mojbog,
kaj vse sinovi
zdaj govorijo očetom.
Živim in mrtvim.
Mon père,
nobeden ni bil
kakor ti.
Tako sam,
tako moj,
tako oče,
zgubljen na tem svetu
kot jaz.
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