Ricordiamo con questa “poesia della settimana” uno dei grandi poeti brasiliani, che abbiamo avuto la fortuna di conoscere, di ospitare ricevendo la sua stima ed amicizia e che purtroppo ci ha lasciati qualche anno fa, Lêdo Ivo (1924 – 2012). La poesia scelta, una delle sue preferite, è “I pipistrelli / Os morcegos” e fa parte del libro “Illuminazioni” che abbiamo avuto l’onore di pubblicare nel 2001. La traduzione è di Vera Lúcia de Oliveira che ha anche curato per noi il libro e che scrive di Lêdo Ivo: «Sotto la luce più viva e diafana si nascondono le ombre e negli anfratti vivono le creature rifiutate da un mondo che rifugge il dolore, la vecchiaia, la malattia, la morte. La sua “poetica della scoria”, recupera e cinge nel canto anche le cose e gli esseri bizzarri, grotteschi, deformi, imbruttiti nel loro abbandono e nella loro solitudine, sia che si tratti di relitti di navi sia che si tratti di alienati nei manicomi o di ubriachi e vecchi sulle panchine delle piazze». Bella e intensa la lettura dell’autore estratta dal cd Lêdo Ivo – A Voz do Poeta. Prosegue l’impegno di Casa della poesia e di Potlach per una cultura libera, democratica e condivisa.
Lêdo Ivo
I pipistrelli
I pipistrelli si nascondono fra i cornicioni
del casolare. Ma dove si nascondono gli uomini,
che volano tutta la vita nel buio,
cozzando contro i muri bianchi dell’amore?
La casa di nostro padre era piena di pipistrelli
pendenti, come lampadari, dalle vecchie travi
che sostenevano il tetto minacciato dalle piogge.
“Questi figli succhiano il nostro sangue”, sospirava mio padre.
Quale uomo scaglierà il primo sasso su questo mammifero
che, come lui, si nutre del sangue degli altri animali
(fratello mio! fratello mio!) e, comunitario, esige
il sudore dei suoi simili anche nell’oscurità?
Nell’alone di un seno giovane come la notte
si nasconde l’uomo; nel cotone del suo cuscino, alla luce della lanterna
l’uomo custodisce le monete dorate del suo amore.
Ma il pipistrello, dormendo come un pendolo, custodisce solo il giorno offeso.
Quando morì, nostro padre ci lasciò (a me e ai miei otto fratelli)
la casa dove di notte pioveva fra le tegole rotte.
Estinguemmo l’ipoteca e conservammo i pipistrelli.
E fra le nostre pareti loro si dibattono: ciechi come noi.
Traduzione: Vera Lúcia de Oliveira
Lêdo Ivo
Os morsegos
Os morcegos se escondem entre as cornijas
da alfândega. Mas onde se escondem os homens,
que contudo voam a vida inteira no escuro,
chocando-se contra as paredes brancas do amor?
A casa de nosso pai era cheia de morcegos
pendentes, como luminárias, dos velhos caibros
que sustentavam o telhado ameaçado pelas chuvas.
“Estes filhos chupam o nosso sangue”, suspirava meu pai.
Que homem jogará a primeira pedra nesse mamífero
que, como ele, se nutre do sangue dos outros bichos
(meu irmão! meu irmão!) e, comunitário, exige
o suor do semelhante mesmo na escuridão?
No halo de um seio jovem como a noite
esconde-se o homem; na paina de seu travesseiro, na luz do farol
o homem guarda as moedas douradas de seu amor.
Mas o morcego, dormindo como um pêndulo, só guarda o dia ofendido.
Ao morrer, nosso pai nos deixou (a mim e a meus oito irmãos)
a sua casa onde à noite chovia pelas telhas quebradas.
Levantamos a hipoteca e conservamos os morcegos.
E entre as nossas paredes eles se debatem: cegos como nós.
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