La poesia della settimana è “I due angeli / Los dos ángeles” del grande poeta spagnolo Rafael Alberti. La poesia fa parte di “Degli angeli“, opera visionaria, misteriosa, segreta, allucinata. Il volume pubblicato in Italia da Einaudi nel 1966, ebbe una straordinaria presentazione romana di Pier Paolo Pasolini, ritornata alla luce grazie a Francesca Coppola, ricercatrice napoletana. Il poeta italiano scrive e legge in quella circostanza: «Tutto quello che so della poesia, non vale infatti per conoscere Alberti. Tutto quello che so l’esaurisco per fare poesia io stesso, e per farne esperienza nel leggere, da critico, gli altri poeti che un po’ mi somigliano. Ma la più bella cosa del mondo è continuare ad apprendere. Chi di noi non desidererebbe essere sempre apprendista, ragazzo di bottega? È così che mi sento leggendo Alberti. Come un ragazzo che entra a imparare il lavoro a una bottega, e vede il maestro intento all’opera: un’alta montagna di cristallo». Alberti è stato un poeta molto importante e amato ma che è stato un po’ colpevolmente messo in soffitta. Rappresentante della Generazione del ’27 e uno dei maggiori scrittori spagnoli, è stato membro del Partito Comunista e in esilio in Italia a causa della Guerra civile spagnola. Come al solito in questa pagina trovare il testo originale, la traduzione di Vittorio Bodini e la bella lettura del poeta. Prosegue l’impegno di Casa della poesia e di Potlatch per una cultura libera e condivisa.
Rafael Alberti
I due angeli
Angelo della luce, ardente,
vieni, e con la tua spada
dà fuoco agli abissi ove giace
l’angelo sotterraneo delle mie tenebre.
Che fendente nell’ombra!
scintille multiple
mi penetrano nel corpo,
nelle ali implumi,
in ciò che non vede nessuno,
vita.
Mi stai bruciando vivo.
Vola lungi da me, Lucifero oscuro
delle cave di pietra senz’aurora,
dei pozzi senz’acqua,
dei botri senza sogno,
ormai carbone dello spirito,
sole, luna.
Mi dolgono capelli
e ansie. Oh bruciami!
Di più, sì, sì di più. Bruciami!
Brucialo, angelo della luce, mio custode,
tu che andavi piangendo fra le nuvole,
senza di me, per me,
freddo angelo di polvere, senza gloria,
versato nelle tenebre!
Brucialo, angelo della luce,
bruciami e fuggi.
Traduzione: Vittorio Bodini
Rafael Alberti
Los dos ángeles
Ángel de luz, ardiendo,
¡oh, ven!, y con tu espada
incendia los abismos donde yace
mi subterráneo ángel de las nieblas.
¡Oh espadazo en las sombras!
Chispas múltiples,
clavándose en mi cuerpo,
en mis alas sin plumas,
en lo que nadie ve,
vida.
Me estás quemando vivo.
Vuela ya de mí, oscuro
Luzbel de las canteras sin auroras
de los pozos sin agua
de las simas sin sueño,
ya carbón del espíritu,
sol, luna.
Me duelen los cabellos
y las ansias. ¡Oh, quémame!
¡Más, más, sí, sí, más! ¡Quémame!
¡Quémalo, ángel de luz, custodio mío,
tú que andabas llorando por las nubes,
tú, sin mí, tú, por mí
ángel frío de polvo, ya sin gloria,
volcado en las tinieblas!
¡Quémalo, ángel de luz,
quémame y huye!
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