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Tahar Bekri: Epopea del timo della Palestina / Epopée du thym de Palestine. La poesia della settimana (23/2015).

La poesia della settimana è dedicata ad una delle voci più importanti del mondo magrebino, il tunisino Tahar Bekri. Bekri entra a scuola nel 1956, anno dell’indipendenza della Tunisia e la sua formazione è bilingue sin dall’infanzia. La poesia scelta (in francese) “Epopea del timo della Palestina / Epopée du thym de Palestine“, è dedicata al grande poeta palestinese Mahmoud Darwish e alla sua terra. La traduzione è di Giancarlo Cavallo, le foto di Andrea Pecchioli, la registrazione è stata realizzata nel corso di “Letture mediterranee” nell’estate del 2012. Prosegue l’ìmpegno di Casa della poesia e di Potlatch per una cultura libera e condivisa.

Tahar Bekri

Epopea del timo della Palestina

                                                        A Mahmoud Darwish in memoria

Profumavo colline e pianure
Nutrito del bagliore della luce
E accompagnavo i passi degli erranti
Nella consacrazione della terra
Tutte queste cupole campanili e templi
Offerte per mille preghiere

Questa pioggia improvvisa per mescolare
Le mie fragranze alla resistenza delle pietre
Sempre in agguato dalle fessure aperte
Le rocce che trattengono le mie cadute
Al crepuscolo dei secoli che tramontano
Nella fossa della Storia

Io ti amavo voce del mare così vicina
Che consolavi i miei fremiti
Alleati ai flauti cullati dagli ulivi solari
Sono venuti di notte con i loro carri
Rettili con cingoli affilati per radere i miei rami
Pilastri del sogno costruito come un fiume

E vi rivedo bambini bruciati dal fosforo
Le ceneri annerite dalle nuvole sbiancate
Di sangue e di sciolta polvere
Sotto i cieli feriti dal piombo indurito
Gli ospedali insanguinati da cento granate
Le scuole come cimiteri

E non dimentico la corsa del vento
Per spegnere le vostre torce prive di genio
Come pretendere che il fucile si nasconda
Nella farina i razzi nella cucina
Quando i letti sono sventrati sui corpi
Addormentati le soglie insudiciate dall’infamia

Come non vedervi pipistrelli
Nella cecità della notte
Stivali conquistatori che marciano sulle mie estati
Lavati da limoni secolari
Come non riconoscervi corvi
Nei droni senza cervelli

E l’inverno coperto dai pianti delle sirene
Le case come tombe senza sepolture
Fra le grida scure fra le macerie
Consolavo le stelle svegliate di soprassalto
Sconvolte dalle scie delle vostre polveri
Le mie foglie tenere martiri dei vostri incendiari

Ve lo dico il timo è per profumare
Il pane all’olio d’oliva dei miei fuochi
Non per accendere i bracieri
Né il rosmarino compagno dei miei cipressi
Né l’acqua deviata dalla sua fonte
Perdoneranno alla vostra memoria i suoi vuoti

Ve lo dico il timo è per i cammini
Augusti e fieri non per gli avvoltoi
Il timo è per il riposo degli uccelli
Liberati dalla paura e dalla disperazione
Non per affamare gli alberi ed i nidi
Non per punire le madri e le loro culle

Vi sfido iene e voi caschi
Il timo anche circondato dal Muro
Sfonderà il mare il cielo e la terra
Tanti eserciti per un’erba
Non potranno impedire che i miei aromi
Siano donati agli umani a braccia aperte

27 gennaio 2009

Traduzione di Giancarlo Cavallo


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Tahar Bekri

Epopée du thym de Palestine

                                                                 Mahmoud Darwich en mémoire

J’embaumais collines et plaines
Nourri de l’éclat de la lumière
Et tenais compagnie aux pas des errants
Dans le sacre de la terre
Tous ces dômes clochers et temples
Offrandes pour mille prières

Cette pluie soudaine pour mêler
Mes fragrances à l’endurance des pierres
Toujours aux aguets des fissures béantes
Les roches retenant mes chutes
Au crépuscule des siècles qui se couchent
Dans la fosse de l’Histoire

Je t’aimais rumeur de la mer si près
Qui consolais mes frémissements
Alliés aux flûtes bercées par les oliviers solaires
Ils sont venus de nuit avec leurs chars
Reptiles aux chenilles aiguisées raser mes brins
Piliers du songe bâti comme une rivière
Et je vous revois enfants brûlés au phosphore
Les cendres noircies par les nuages blanchis
De sang et de lâche poussière
Sous les ciels blessés par le plomb durci
Les hôpitaux saignés par cent obus
Les écoles comme des cimetières

Et je n’oublie la course du vent
Pour éteindre vos torches sans génie
Comment prétendre que le fusil se cache
Dans la farine les fusées dans la cuisine
Quand les lits sont éventrés sur les corps
Endormis les seuils souillés par l’infamie

Comment ne pas vous voir chauves-souris
Dans la cécité de la nuit
Bottes conquérantes qui marchez sur mes étés
Lavés de citronniers séculaires
Comment ne pas vous reconnaître corbeaux
Dans les drones sans cerveaux

Et l’hiver couvert par les pleurs des sirènes
Les maisons comme des tombes sans sépultures
Parmi les cris sombres parmi les décombres
Je consolais les étoiles réveillées en sursaut
Affolées par les traînées de vos poudres
Mes feuilles tendres martyres de vos incendiaires

Je vous le dis le thym c’est pour parfumer
Le pain à l’huile d’olive pétri de mes feux
Non pour allumer les brasiers
Ni le romarin compagnon de mes cyprès
Ni l’eau détournée de sa source
Ne pardonneront à votre mémoire ses trous

Je vous le dis le thym c’est pour les chemins
Augustes et fiers non pour les vautours
Le thym c’est pour le repos des oiseaux
Libérés de leur peur et de leur détresse
Non pour affamer les arbres et les nids
Non pour punir les mères et leurs berceaux

Je vous défie hyènes et vous casques
Le thym même cerné par le Mur
Percera la mer le ciel et la terre
Tant d’armées pour une herbe
Ne pourront empêcher mes arômes
D’être dédiés aux humains à bras ouverts

27 janvier 2009

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Giu 14, 2015Sergio Iagulli
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10 years ago La poesia della settimanaGiancarlo Cavallo, la poesia della settimana, poesia francofona, poesia tunisina, Tahar Bekri1,238
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