La poesia della settimana è dedicata a una poetessa bosniaca, di Sarajevo (ma nata a Olovo), cara amica di Casa della poesia e Segretario Generale del P.E.N. Club della Bosnia ed Erzegovina, Ferida Duraković. Ha pubblicato diversi libri di poesia, tradotti ormai in una ventina di lingue ed anche libri per bambini. Una sua raccolta “Si paga con la vita” è stata pubblicata in italiano nel 2015 da Il Ponte del Sale, con la traduzione di Alice Parmeggiani. La poesia “Raccontami della guerra / Pričaj mi o ratu” è stata scritta di recente, naturalmente figlia della tragedia che il mondo sta vivendo in queste settimane, ma anche di quanto accaduto 30 anni fa nella altrettanto terribile guerra fratricida di Bosnia. Continua l’impegno di Casa della poesia e di Potlatch per una cultura libera, condivisa e di pace.
Ferida Duraković
Raccontami della guerra
Raccontami della guerra, nonno
di quando sei andato a falciare l’erba
e sei stato falciato tu con una raffica
e sei caduto nell’erba appiattita
Dimmi se profumava di primavera il prato
racchiuso nei tuoi occhi
e rimasto lì bagnato d’amore
poiché ai suoi bordi vedesti
tua moglie con l’enorme pancione
che chiamava gridando: Fai presto, ci siamo!
Pensasti di averle detto:
Arrivo! Corri a sdraiarti a letto,
corro a prendere la levatrice, arrivo!
Devo solo stendermi un attimo
a riposare un poco
da questo male nel petto
da questo sangue sulle mani
di chi è questo sangue?
Raccontami della guerra, padre
Quello che tuo padre non riuscì a raccontarti
e di nuovo gli eserciti combattono e i potenti lottano
per che cosa con che cosa a che scopo per chi?
Racconta quello che sai, padre
quattro sorelline affamate, madre vedova
una bellezza di trent’anni:
quattro uccellini e la loro madre gazza affamata
dal bordo del prato a gridarti: Torna da noi!
Abbiamo fame! Siamo sole!
Di nuovo il nostro prato non sarà falciato!
Non andare! Una raffica falcerà anche te
e ti lascerà sull’erba appiattita!
Raccontami della guerra, madre
Della miseria dei poveri
della pistola di plastica e del piccolo carrarmato
che regali al nipote e al pronipote
per il compleanno
dei cinque fili di paglia nel vortice del mondo
che calpestò le tue cinque vite
Raccontami della guerra, madre infelice
dei figli, delle figlie
che chiami figli per tenerezza
dei figli dunque
che da una raffica saranno falciati
sull’erba appiattita.
Raccontami della guerra, madre sorella,
prima che mi svegli nel terrore
al bordo del prato
gridando: Fai presto, ci siamo!
Traduzione: Sinan Gudžević, Tanja Sekulić e Raffaella Marzano
Ferida Duraković
Pričaj mi o ratu
Pričaj mi o ratu, djede
ono kad si kositi pošao
pa tebe pokosilo rafalom
i u poleglu travu srušilo
Je li mirisala proljetna livada
koja je sva u tvoje oči stala
i tu ostala sva okupana ljubavlju
jer na kraju livade ugledao si
ženu svoju sa trbuhom do zuba
kako ti maše i viče: Požuri, počelo je!
Pomislio si da si joj doviknuo:
Eto me! Ti trči i lezi u postelju,
Ja ću po babicu otrčati, eto me!
Samo da malo prilegnem
samo da malo odmorim
od ovog bola u prsima
od ove krvi na rukama
čija je ovo krv?
Pričaj mi o ratu, oče
Šta ti tvoj otac nije stigao ispričati
pa se ponovo vojske biju silnici ratuju
oko čega čime čemu za koga?
Pričaj ono što znaš, oče
O četiri sestrice gladne, o majci udovici
ljepotici od trideset:
četiri ptičice i njihova gladna mater svraka
s kraja livade vrište za tobom: Vrati nam se!
Gladne smo! Same smo!
Opet livadu niko neće pokositi!
Ne idi! I tebe će pokositi rafal
i u poleglu travu srušiti!
Pričaj mi o ratu, majko
O jadu sirotinje
o plastičnom pištolju i tenkiću
koje unuku i praunuku poklanjaš
za rođendan
o pet slamčica u vrtlozima svijeta
koji preko tvojih pet života je pregazio
Pričaj mi o ratu, mati nesretnice
o sinovima, o kćerima
koje od milja zoveš sinovima
o sinovima dakle
koje će pokositi rafal
i u poleglu travu srušiti.
Pričaj mi o ratu, majko sestro,
prije nego što prestravljena
probudim se na rubu livade
i zavrištim: Požuri, počelo je!
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