Anche questa settimana le due rubriche del lunedì “Casa della poesia incontra la Città” (e ringraziamo la redazione del quotidiano che ci ospita celebrando i 25 anni di Casa della poesia) e l’ormai storica “poesia della settimana” si fondono.
Il poeta che proponiamo questa settimana non fa parte degli “incontri” fatti da Casa della poesia, ma è uno dei poeti fondatori del progetto e un salernitano autentico, Giancarlo Cavallo, fedele e affidabile compagno di viaggio da tanti anni e che insieme ad altri ha contribuito a perimetrare e ad arricchire di idee e contenuti il nostro progetto comune. Poeta, studioso, traduttore, contribuisce a dare anima alla nostra impresa editoriale anche con la pubblicazione di tre volumi “Quadreria dell’Accademia”, “La biblioteca in riva al mare” e l’ultimo e recente “26 – Tribute to the twenty-six dead women”, che dà voce alle 26 migranti vittime del mare, sbarcate a Salerno e sepolte nel nostro cimitero. Per l’occasione ecco una sua poesia davvero significativa “Noi siamo stati re”.
Giancarlo Cavallo
NOI SIAMO STATI RE
Re degli sguardi e dei sorrisi
delle strade strette su cui abbiamo
magari a piedi nudi camminato
dei mari in cui ci siamo tuffati
delle bici che ci hanno rubato
delle carezze che non ci hanno fatto
dei quaderni sgualciti delle penne
rotte delle biglie iridescenti
e anche dei sogni che non si possono
né vendere né comprare anche se
a volte si dimenticano
in un vecchio cappotto.
Sì, noi siamo stati re e per questo
continuiamo ad avanzare
a testa alta nell’esilio
della nostra età adulta
del nostro sazio dolore
nell’infinita teoria di sconfitte
con questo portamento elegante
nello splendido manto fatto di stracci,
perché i re come noi hanno regni
talmente sconfinati da poterli
nascondere tutti nella misteriosa
cavità di una conchiglia.
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