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Josip Osti: Mia madre che lucidava di continuo le posate / Moja majka koja je stalno glancala escajg. Poesia contro la guerra (6).

“Mia madre che lucidava di continuo le posate / Moja majka koja je stalno glancala escajg” di Josip Osti, che vogliamo farvi ascoltare (in video) letta dal suo autore, è per certi versi diventata un punto fermo del nostro raccontare la “poesia nei luoghi di conflitto. Tra gli incontri straordinari avuti nel corso di questi venticinque anni, quello con Josip Osti, ci riempie di gioia e di lacrime. La gioia è dovuta all’aver incontrato e aver ricevuto l’amicizia di uno dei più grandi poeti europei contemporanei, lacrime per la perdita avvenuta lo scorso anno, dopo una lunga malattia alla quale aveva resistito con coraggio e sempre dedicandosi alla sua “missione”, scrivere. Josip Osti era un fratello per noi di Casa della poesia, e noi per lui “la famiglia italiana”. Un gigante della poesia europea, un uomo meraviglioso. Seguendo i passi di Izet Sarajlć, Josip era un poeta dell’amore, meravigliose le sue poesie amorose, sensuali, ma anche cariche di ironia, e come Sarajlić aveva dovuto raccontare, facendosene carico, la dissoluzione del suo paese, la guerra, il disintegrarsi di un mondo e di una lingua. Nato a Sarajevo era poi diventato cittadino sloveno assumendone anche la lingua. Tante le occasioni vissute insieme, tante letture, partecipazioni a festival, presentazioni (abbiamo avuto l’onore di pubblicare 5 suoi libri), viaggi. In “Mia madre che lucidava di continuo le posate / Moja majka koja je stalno glancala escajg” Josip ci mostra le piccole cose, i piccoli gesti, durante il conflitto che insanguinò la sua città, Sarajevo, quello che senza i poeti sfuggirebbe dal racconto generale, non avrebbe voce. Una poesia densa di dolore, resistenza, speranza.

Non potremo dimenticare Josip e faremo di tutto per poterlo ricordare a tutti gli amanti della poesia. Amico caro, “albero che cammina, corre vola”, come tu hai scritto “l’amore mi ha fatto poeta” e di quell’amore siamo e saremo testimoni.

Foto di copertina: Salvatore Marrazzo


Josip Osti

Mia madre che lucidava di continuo le posate

Mia madre che lucidava di continuo le posate, adesso
sola in mezzo a Sarajevo, malgrado che in una città
senz’acqua, cibo ed elettricità i cucchiai, le forchette e
i coltelli e tante altre cose abbiano perso il significato di
una volta, continua a farlo. Scopa le schegge delle finestre
in frantumi e la polvere dalle pareti sgretolate dagli shrapnel,
si mette in grembo il nostro gatto siamese, vecchissimo
ormai, e lustra le posate. Le lucida fino a quando il loro
splendore non l’acceca, assopendola anche, stanca morta
delle lunghe veglie passate. Ridestandosi, a uno sparo
reale o sognato, intravede nel cucchiaio lucente il suo viso
sfigurato, esausto e troppo presto invecchiato. Un viso
che per giorni metteva insieme, quando in ginocchio sul
pavimento come in chiesa raccoglieva i frammenti dello
specchio rotto. E continua a lustrare le posate. Le posate
che nella guerra precedente lucidava allo stesso modo sua
madre, convinta che verrà il giorno in cui nello specchio
del metallo scorgerà le facce sorridenti dei famigliari, riuniti
tutti fino all’ultimo come il giorno del suo matrimonio.

Traduzione di Jolka Milič


Josip Osti

Moja majka koja je stalno glancala escajg

Moja majka koja je stalno glancala escajg,
sada, sama usred Sarajeva, mada su u gradu
bez vode, hrane i elektrike, kašike, viljuške i
noževi, kao i mnogo šta drugo, izgubili negdašnji
smisao, ćini isto. Pomete srću razbijenih prozora
i prah gelerima okrunjenih zidova, stavi našeg
veæ prestarjelog sijamskog maćka u krilo i
glanca escajg. Glanca sve dok je njegov sjaj
ne zablješti i smorenu, od dugotrajnog bdijenja,
ne uspava. Pucnjem, stvarnim ili sanjanim,
probuðena, u ulaštenoj kašiki ugleda svoje
izoblièeno, prerano ostarjelo i izmućeno lice.
Lice koje je danima sastavljala, slažuæi, klećeči
na podu, kao u crkvi, komadiče razbijenog ogledala.
I nastavljala glancati escajg. Escajg koji je,
u prošlom ratu, na isti način, glancala njena majka,
vjerujuči da če doči dan kada če se u zrcalu kovine
oglïdati nasmijana lica ukučana, okupljenih,
do posljednjeg, kao u vrijeme njenog vjenčanja.

Osti

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Apr 16, 2022Sergio Iagulli
Ferida Duraković: Raccontami della guerra / Pričaj mi o ratuRoberto Carifi: Magari cadessero in ginocchio...

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Sergio Iagulli

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Video3 years ago Poesia contro la guerraJolka Milič, Josip Osti, poesia bosniaca, poesia contro la guerra, poesia in video, Sarajevo, videopoesia587
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