La poesia della settimana è di Giancarlo Cavallo che scrive una lettera a Boris Pasternak. In questi momenti bui sembra che solo la poesia possa alleviare il dolore dell’anima in frantumi. Insieme al testo, un piccolo video che porta la lettura dell’autore ad interagire con disegni di Emanuela D’Andria. Prosegue l’impegno di Casa della poesia e di Potlatch per una cultura libera, condivisa che costruisce “ponti di pace”.
Giancarlo Cavallo
Non esistono le parole per dirlo
(Lettera a Pasternak)
Dove sei finito, Pasternak?
Ti sei forse nascosto nella tua dacia,
o sei morto di infarto col tuo Zivago?
Ti sei suicidato con Vladimir e Marina?
Boris qui nessuno legge più i tuoi versi,
tutti sono persi nelle frottole dei telegiornali,
pronti ad acclamare il prossimo uomo
della provvidenza, che salverà il mondo
con parole deflagranti, con atomiche
dichiarazioni, con verissime menzogne.
Le foglie, le cortecce, i rami grondano
della sanguigna luce del tramonto.
Il treno di Lara è stato bombardato,
incenerite tutte le parole d’amore,
polverizzate perfino le virgole, i punti,
e le parentesi tonde…
Dove sei finito, Pasternak?
E che tempi sono questi
così inadatti ai tuoi versi,
così inadatti ai deboli cuori
dei disperati esseri umani.
Salerno, 12 aprile 2022
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